Dott.ssa Micaela Falleri
Segue persone che soffrono di depressione nel suo studio di Treviso
La dott.ssa Micaela Falleri è iscritta all'Ordine degli Psicologi del Veneto con iscrizione numero 3778.
Tratta casi di depressione a Treviso, nel suo studio sito a Mareno di Piave (Treviso)in V. Benedetto Croce, 6/2, dove riceve i suoi pazienti.
Esiste una vasta gamma di forme depressive. Vengono classificate in genere come esogene - reazioni ad eventi esterni - ed endogene - derivanti da indole e sensibilità personale - caratterizzate da una serie di sintomi, in genere da una riduzione della voglia di vivere, di sentire le emozioni (con relativo evitamento), scarso o eccessivo appetito, apatia, poca voglia di uscire e frequentare ambienti sociali, dal supermercato alla discoteca...
I sintomi depressivi si possono associare a condizioni specifiche di
trauma (incidente), lutto (perdita improvvisa di una persona cara, separazione ecc.).
La depressione è considerata dagli esperti una fase normale
di reazione a crisi esistenziali in genere e passaggi evolutivi
(trasloco, cambio lavoro, fine dell'università, pensionamento ecc.)
se dura un tempo ragionevole e se i sintomi si sciolgono, altrimenti se
dura un periodo troppo lungo ovviamente è necessario un intervento di un esperto.
Nell'occuparmi di depressione a Treviso, mi è capitato un caso che voglio raccontarvi come esempio.
Paziente: "Sono tornato da lei perché sento riavvicinarsi il tunnel
e questa volta sono deciso a non entrarci, non sono ancora andato dallo
psichiatra come l'altra volta, perché non voglio più farmaci, non voglio
più che qualcuno decida per me... Con lei sono riuscito a togliere i
farmaci, adesso non ci voglio più rientrare e l'unico sistema
è venire qua da lei ed affrontare quello che viene fuori".
Terapeuta: "Lo stato depressivo, se saltuario, rappresenta un
normale passaggio di transizione, una sorta di crisi di passaggio -
così la definiscono i grandi della psicologia- mentre, se diventa
uno stato strutturato e permanente, investe la vita di una persona
e così pian piano si restringe il suo spazio vitale, in particolare
il mondo interno va ad adombrare quello esterno. Quindi è necessario
sbrogliare la matassa dei conflitti irrisolti e/o dei
vissuti emotivi che delineano una crisi profonda".
P: "L'altra volta sono uscito da qua e mi sono sentito un altro, qui
non devo dire qualcosa per far contento qualcuno, posso essere me
stesso e dire tutto quello che ho trattenuto fino a qui!
Spesso indossiamo maschere ed abiti non nostri e, a lungo andare, questa
modalità ci ingabbia fino al punto di non saper ritrovare se stessi.
Forse mi sento così oggi perché sapevo di venire da lei, oggi posso
permettermi di stare male senza pensare di soccombere al male stesso!!!
Il mio obiettivo è riuscire ad accogliere la sofferenza senza sprofondare in essa.
Adesso che so che posso venire qui da lei, non temo più la vita come
quando sono venuta da lei per la prima volta e, se mi dovesse capitare
qualcosa, allora prenderò il telefono e tornerò. So che
sarà una ricaduta e che con il suo aiuto mi rialzerò!!!
Ero molto diffidente ai primi incontri con lei. Dopo una lunga esperienza
di psicoterapia con il metodo... per fortuna ho tenuto duro e
solo adesso capisco il lavoro che abbiamo dovuto fare...".
T: "Mi sta dicendo che solo ora è divenuta consapevole di quello che le è successo".
P: "Sì, non riuscivo a pensare come penso ora.
Se non fossi venuta qui da lei sarei rimasta per sempre un acaro del divano...".
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